Un GAS è costituito da un gruppo di persone che decidono di soddisfare i loro bisogni alimentari e di consumo in generale in maniera comunitaria.
Le esigenze che le spingono ad aggregarsi possono essere varie. La più ovvia è quella economica: mi unisco ad altri consumatori, compro volumi maggiori, quindi risparmio; Inoltre questa potrebbe essere una pratica necessaria per avere accesso a prodotti altrimenti non reperibili in quantità minori di quelle raccolte da un gruppo (ad esempio, un viaggio fuori porta per ritirare il latte in cascina non conviene per un litro di latte, ma per 50 litri, per me e gli amici, ne vale la pena..).
Andando avanti nell’analisi, possiamo evidenziare anche un valore più idealistico legato a questa modalità di acquisto. Si può parlare del bisogno (direi fisico ed esistenziale) di appartenere ad un gruppo, incontrarsi, scambiare cibo ed esperienze, vedere se stessi indaffarati a scaricare casse di frutta al fianco di altre persone che cercano la stessa cosa, praticare e ricevere solidarietà, non sentirsi soli in mezzo a tanti estranei ma, appunto, parte di un gruppo.
Ma non è tutto.
Oltre a quanto detto va tenuto presente che ciascun individuo detiene un potere di acquisto (piccolo o grande che sia) col quale, in maniera più o meno consapevole, premia il modello produttivo, economico e sociale verso cui indirizza il proprio denaro. Un gruppo di acquisto solidale concentra questo potere e lo gestisce con coerenza, raggiungendo un potere economico in grado di cambiare il destino commerciale di una piccola attività produttiva o commerciale. Quando un gruppo si organizza in Rete, questo potere chiaramente aumenta. Un gruppo che usa questo potere per sostenere progetti fondati sull’onestà, sul rispetto dell’uomo e dell’ambiente, sulle produzioni di qualità, sulla salvaguardia della biodiversità… non investe solo nel cibo che acquista, ma nel futuro del sistema cui appartiene e può per tanto definirsi pienamente Solidale.
Dobbiamo anche ricordare che il sistema cui apparteniamo è globale e non ci si può più permettere il lusso di guardare solo entro i confini del proprio giardino, del proprio benessere personale o della propria comunità, poiché le conseguenze di tutto ciò che facciamo ricadono sugli altri e sull’ambiente. Per quanto queste ricadute possano manifestarsi in luoghi geograficamente lontani dal nostro, le alterazioni degli equilibri, anche di quelli microscopici, si condizionano a vicenda e finiscono per coinvolgere, presto o tardi, tutti gli elementi del sistema.
Quindi, ogni volta che apriamo il portafogli contribuendo a far “girare l’economia” pensiamo alla direzione in cui la stiamo facendo girare, poiché non tutte le strade portano al “progresso”. Purtroppo la parola “futuro” non è sinonimo di crescita e diffusione del benessere, ma sono le parole consapevolezza, solidarietà, senso critico, responsabilità, rispetto dell’altro che possono fare del futuro una prospettiva positiva.